Belle e Sébastien, la leggerezza, gli occhi del bambino

Belle_e_SebastienIeri sera mi sono visto “Belle e Sébastian”, il film. Mi sono messo comodo e mi sono lasciato andare alla fantasia e alla bellezza delle storie raccontate al cinema. Il film è filato via liscio liscio, ma durante lo spettacolo qualcosa di indefinito mi ha lasciato con l’amaro in bocca. Ok, il ricordo del cartone animato, tra i miei preferiti, ormai è sbiadito, però qualcosa non mi tornava. Così, tornato a casa, decido di accendere il pc, andare su youtube e cercare la prima puntata del cartone anni ’80. Boom! Sono ripiombato in un attimo a casa di mia nonna, con una copertina scozzese sotto il sedere e una scatola di mattoncini al fianco. Dopo poco, certo, non avevo più gli occhi del bambino, ma è rimasto qualcosa attaccato alla pelle. Sarà la musichetta della sigla, sarà la suggestione, sarà la nostalgia… così mi sono visto tutta la puntata e ho capito perché mi piaceva. Quel cartone insegnava qualcosa, non solo sulla storia, ma anche sui valori. Cosa che

un po’ mi è mancata durante la visione del film. E aveva molta leggerezza, cosa che il film decisamente non aveva.

La stessa impressione, però, ce l’ho sulla tv di oggi, soprattutto se guardiamo alla RAI. Prima la RAI produceva cultura, ha aiutato gli italiani ad uscire dall’analfabetismo, ha prodotto materiale di altissimo livello. Oggi non ritrovo la stessa forza. Vedo tanti programmi in cui ci si lamenta, in cui si discute su un caso o un altro, sulla legge tal dei tali o sulla riforma elettorale, altri invece che presentano meravigliosi servizi giornalistici, più o meno ironici, sull’Italia e gli italiani (che fanno solo incazzare e venire voglia di fuggire dall’ “ei fu” Bel Paese). Ma, ahimé, non producono cultura. I programmi politici urlati, poi, creano per lo più confusione, non producono strumenti per capire la realtà.

Non ci sono programmi che aiutino gli italiani ad uscire da questo imbarbarimento civile a cui siamo ridotti, o per aiutare i tanti giovani e meno giovani  a combattere contro l’ analfabetismo digitale per evitare che i giovanissimi, ad esempio, si trovino da soli a lottare contro violenze psicologiche subite sui social networks, o per spingere i meno giovani a capire questo mondo iper-tecnologico e soprattutto a saperlo usare. Ed il tutto, maremmina, con leggerezza, senza urlare e senza insulti. La leggerezza, la stessa che amo nell’arte, quella profonda leggerezza che rende l’attore, l’artista, fragile e unico, che sa trasmettere un suo punto di vista e lo difende, ma allo stesso tempo è pronto al dialogo e ad ascoltare ciò che gli accade intorno.

E già che ci sono volevo spendere due parole anche per il nuovo governo Renzi. Auguriamogli “un grande in bocca al lupo”, mi sa che ne ha molto bisogno. Nella terra delle lamentele, ancora non ha avuto il tempo per fare qualcosa che già ci sono offese, video più o meno satirici, ruote della fortuna etc. io spero solo e semplicemente che possa cambiare qualcosa in meglio, per la cultura, il teatro, il cinema, l’Italia e, non ultima, l’Industria. Se poi fallirà, “sarà tutta colpa sua”… credo e soprattutto, spero, possa fare bene. Se deluderà, sarà una grande, grandissima delusione. L’Italia ha bisogno di ritrovare quegli occhi del bambino che sogna, impara, cresce e con i valori si diverte e coltiva passioni. Con leggerezza.

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2 commenti su “Belle e Sébastien, la leggerezza, gli occhi del bambino”

  1. Non ho mai visto Belle e Sebastien, ero già un po’ cresciuto all’epoca, ma condivido appieno le considerazioni sul ruolo della RAI e della televisione. Mentre per quanto riguarda Renzi sono molto pessimista. In un giorno, con un doppio salto mortale ha cancellato mesi, forse anni di sue dichiarazioni “sincere”, dette in faccia perché lui le cose le dice in faccia. Peccato che poi faccia il contrario. Ti fideresti di un amico così? Ecco, io ho la sgradevole sensazione di aver già capito di che pasta sia fatto quest’uomo, definito giovane ma forse solo epigono di qualcuno che la cultura in TV l’ha distrutta. E mi fa orrore. Poi naturalmente sono pronto a ricredermi, ma purtroppo siamo già al terzo o quarto episodio che mi fa pronunciare questa frase. E siamo solo all’inizio della sua avventura.

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