“Studiate, trovate tutti i migliori insegnanti e studiate con loro, lavorate sulla recitazione per poter recitare, ma non per diventare famosi o per soldi. Lavorate sulle scene. Non vale la pena se lo fate solo per i soldi. Dovete amare questo lavoro”. Philip Seymour Hoffman
Mi sono imbattuto su queste parole qualche giorno fa. Le ho trovate sinteticamente perfette. Perché in due righe riescono a racchiudere un mondo. Un mondo meraviglioso e unico come quello della recitazione, dell’acting. Ed è riuscito a coniugare insieme tre elementi fondamentali per fare questo straordinario lavoro con dignità e onestà: il cuore, la passione e la tecnica. Un mix di questi tre elementi è la pozione magica è fatta (poi c’è bisogno dell’elemento fortuna, ma quello è un elemento, diciamo così, instabile…). Non credo che esista un metodo unico
e solo per recitare, per interpretare delle battute. Ho avuto modo di lavorare su diversi metodi e sistemi di recitazione: dalla memoria emotiva di Stanislavskij, alle azioni fisiche di Grotowski, passando per la biomeccanica e il corpo poetico di Lecoq. Tutti mi hanno arricchito e nessuno ha cercato di inscatolarmi in una gabbia. Tutti i metodi, tutti i sistemi, servono per affinare delle tecniche che possano esaltare il talento. In realtà ognuno diviene poi creatore del proprio sistema, un mix di ciò che abbiamo studiato e che abbiamo messo in pratica, condito dalla nostra vita, dal nostro cuore e dalla nostra passione. Un mix funzionale per ottenere il miglior risultato possibile. Un attore (come un manager o un atleta) deve divenire il primo allenatore di se stesso. E per fare questo ha la profonda necessità di studiare, di mettersi alla prova con i migliori insegnanti e di conoscere la recitazione per poter recitare. Di bravi insegnanti ce ne sono molti, molti sono preparati, molti sono a vostro servizio, alcuni sono dei veri Maestri (con qualcuno ho avuto l’onore di lavorare, non li ringrazierò mai abbastanza). Ebbene, cercateli. Lavorateci insieme. Come una spugna cercate di assimilare il più possibile. Studiamo, continuiamo a farlo! Continuiamo a lavorare sui testi, ad essere curiosi e ad avere il gusto per il Bello (curate il vostro senso Estetico – ovviamente non parlo della bellona di turno sulle solite riviste patinate, parlo di altro).
Spesso, molto spesso, soprattutto in Italia vi è molta superficialità quando si parla di recitazione (nella testa di molte persone chi recita è un poco di buono, un farfallone, uno che non prende la vita seriamente…non è così). La recitazione è fatta di precisione e cura, non di pressapochismo e trascuratezza. Chi ha lavorato duramente su di sé, chi ha studiato per anni sulla recitazione, sa perfettamente cosa voglio dire. Conosco attori, giovani allievi, miei compagni di Accademia d’Arte e colleghi che si sono rotti la schiena per cercare la precisione nel loro lavoro, che hanno fatto e continuano a fare sacrifici per dare il meglio. Loro hanno la mia stima più totale. E non lo fanno per i soldi (spesso in teatro si lavora per quattro lire), lo fanno perché amano questo lavoro, artigianale, fatto di prove, fatto di sudore, fatto di voglia di migliorarsi.
Spesso quello che vedo e sento è che fare l’attore serve per diventare famosi e per fare soldi. No. Non è così, c’è un intero popolo di Attori che lo fa per amore dell’arte. Ed è questo che conta, come dice Seymour Hoffman. Certo poi nessuno fa l’ipocrita: arrivare ad avere un po’ di fama e un buon cachet è importante! Ma non dev’essere il fine, semmai una conseguenza del buon lavoro fatto.
In Qualcuno volò sul nido del cuculo Jack Nicholson fa una scommessa con i suoi compagni di manicomio per fare un po’ di soldi: sradicherà un blocco di cemento dal bagno. Primo tentativo: fallito. Secondo tentativo: fallito. Terzo tentativo: uguale. I compagni sorridono. Lui dice di ridere pure, però lui ci ha provato, maledizione, non ce l’ha fatta, ma almeno lui ci ha provato. Già, un sognatore. E ci ha provato. Ed è stato d’esempio per tutti. Questo è l’importante.
Un grande abbraccio a tutti.