In questa seconda parte avevo anticipato che avremmo parlato dei diversi approcci per costruire le azioni fisiche, che abbiamo già definito nella prima parte.
Per iniziare, anzitutto, dobbiamo dire che esistono, a grandi linee, due differenti tipi di attori:
- l’attore logico/razionale
- l’attore analogico/impulsivo
l’attore logico/razionale è quel tipo di attore che, com’è facile intendere, è più centrato sulla mente e si trova maggiormente a proprio agio partendo dalla ragione.
Solitamente questo tipo di attore ha un buon approccio alle azioni fisiche quando costruisce la sua idea e propone la sua linea. Il suo processo creativo, spesso, segue i seguenti passaggi:
- indaga che cosa ha fatto quando si è trovato nelle medesime circostanze date dal testo;
- indaga che cosa farebbe nelle medesime circostanze date dal testo (nel caso in cui non avesse mai vissuto esperienze simili o similari a quelle date dal testo);
- costruisce una linea di azioni fisiche a tavolino;
- memorizza la sequenza delle azioni;
- agisce la sequenza in scena.
Il rischio in questo caso è che l’arte di questo tipo di attore, seppur perfettamente logica e coerente, rimanga un po’ fredda e non arrivi a toccare la pancia e il cuore. Questo non significa però che l’attore logico/razionale sia un cattivo attore e abbia un’arte di scarso livello. Assolutamente no. Sono tanti gli attori di questo tipo molto molto bravi.
Sinteticamente possiamo dire che l’attore analogico/impulsivo tende a seguire i seguenti passaggi:
- rende passiva la mente durante tutto il processo;
- segue il flusso degli impulsi corporei;
- riorganizza, razionalizza e modella quanto trovato.
Questo tipo d’attore prima agisce d’istinto e poi razionalizza. Il problema che sorge di solito è: come riuscire a organizzare il flusso creativo nato dall’istinto coerentemente alle circostanze date dal testo? Il pericolo di questo approccio infatti è di rimanere dei dilettanti allo sbaraglio. “Sebbene il suo lavoro durante l’improvvisazione sia caldo e spontaneo, egli può non avere gli strumenti e la capacità per lavorare in una struttura precisa e per ripetere una sequenza di azioni con grande cura.”
Insomma, l’attore si lascia prendere dagli eventi, crea azioni, sono vere, sentite etc, ma poi non riesce a riproporre con cura la medesima sequenza. Se ripetuta, risulta slabbrata e imprecisa.
In entrambi i casi, quindi, ci sono diverse difficoltà da superare per arrivare ad una sequenza di azioni fisiche logiche ed organiche. Ma, se noi guardiamo bene, l’attore logico/razionale arriva all’organicità mediante la composizione, mentre l’attore analogico/impulsivo arriva alla composizione mediante l’organicità, passando entrambi attraverso il lavoro sulle azioni fisiche. Sono le due facce della stessa medaglia. E un approccio non esclude l’altro. Ognuno ha il suo modo, bisogna solo accettarlo e capire quali sono gli accorgimenti da prendere per arrivare alla propria bellezza artistica.
Nella terza parte di che parleremo? Parleremo di quello che nel mondo del web 2.0 potremmo chiamare “troubleshootings delle azioni fisiche”!
Alla prossima!
Have fun!
Per approfondimenti:
Thomas Richards, Al lavoro con Grotowski sulle azioni fisiche, Ubulibri, 1993
Gaetano Oliva, Il Laboratorio Teatrale, LED, 1999