La biomeccanica e i suoi principi

Cos’è la biomeccanica? Difficile a dirsi, difficile da descrivere. “Non è un sistema di recitazione, ma un allenamento globale dell’attore in funzione di un momento successivo che è la recitazione” scrive Fausto Malcovati. Bisogna provarla, la biomeccanica, bisogna farla, bisogna sperimentarla. Come il teatro, ne puoi parlare finché vuoi, ma rimarrà sempre un mistero finché non sali sul palco e non provi a recitare. Come il sesso, bisogna farlo, non parlarne troppo. La biomeccanica in Accademia mi aveva affascinato. Personalmente ho trovato importante lavorare (e continuare a lavorare) su questi principi ed ecco perché ve ne parlo. E credo 

siano importanti sia per una recitazione teatrale che per una cinematografica, perché si basano su principi semplici, organici e fisici. D’altronde “anche se eliminiamo la parola, il costume, il proscenio, le quinte, la sala, fin che rimane l’attore e i suoi movimenti, il teatro resta teatro.” E l’interpretazione resta l’interpretazione, aggiungo io.

Il termine biomeccanica nasce nel 1922, in Russia, dal regista e pedagogo Vsevolod Mejerchol’d, come sintesi tra simbolismo, riflessologia (elaborata da Pavlov, Bechterev e William James), taylorismo (studio scientifico dei processi lavorativi e sopratutto dei gesti industriali) ed il produttivismo.

Ho provato a ridurre i principi della biomeccanica in 15 punti, sicuramente non sono completi, sicuramente se ne potrebbero aggiungere degli altri, ma questi credo siano i più basilari.

I principi della biomeccanica

1. Tutta la biomeccanica si fonda sul principio per cui, se si muove la punta del naso, si muove tutto il corpo. Tutto il corpo partecipa organicamente al movimento, anche il più piccolo. Ogni reazione, quindi, è sviluppata da tutto il corpo. Il corpo è la macchina, l’attore il meccanico.

2. Ogni movimento è composto da tre elementi:

  • a. intenzione
  • b. equilibrio
  • c. esecuzione

3. Requisiti di base:

  • capacità di trovare il proprio centro
  • coordinamento nello spazio e in scena
  • capacità di adattamento

4. Condizioni imprescindibili per un lavoro di buona qualità sono:

  • calma
  • perfetto equilibrio
  • coscienza di ogni cambiamento di posizione di ogni singola parte del corpo

5. Il gesto è il risultato del lavoro tecnico di tutto il corpo. L’emozione nasce da una disposizione fisica adeguata alle circostanze. La voce è l’ultimo strumento tecnico da utilizzare. È necessario lavorare sulla coordinazione ritmica di questi tre elementi.

6. La corretta reattività nel lavoro si acquisisce attraverso l’allenamento.

7. Un caposaldo della biomeccanica è la condizione fisica, costantemente sottoposta ad allenamento.

8. L’organizzazione coerente e rigorosa del materiale è alla base di ogni forma d’arte. La caratteristica e la difficoltà principale dell’arte dell’attore è che l’attore stesso è sia materiale che organizzatore del materiale (è sia macchina che meccanico).

9. Sono di fondamentale importanza gli esercizi collettivi, laddove ogni attore deve rinunciare al desiderio di affermazione del proprio ego.

10. Ogni esercizio deve essere svolto con estrema cura e senso estetico. Ogni azione ha un suo senso estetico.

11. Ogni forma d’arte si fonda sull’autolimitazione, è una lotta con il materiale.

12. È necessaria un’economia dei movimenti. Non si può dare libero sfogo ai movimenti, essi devono avere ponderatezza ed energia.

13. Nulla è dato al caso. Servono disciplina e concentrazione.

14. Legge del teatro: ogni attore che dà libero sfogo al proprio temperamento all’inizio del lavoro, lo esaurisce prima di finire la performance e rovina tutta l’interpretazione.

15. Per un attore il controllo del corpo è sempre una priorità. Deve conoscere perfettamente la gamma delle proprie possibilità e tutte le tecniche per realizzare un certo proponimento. La professionalità di un attore è direttamente proporzionale al numero di combinazioni rese possibili dal bagaglio dei suoi mezzi tecnici.

Esercizi di biomeccanicaLa biomeccanica come disciplina inizia laddove finisce l’esercizio meramente fisico e comincia quando, dall’esecuzione di un gesto, si passa a collegare tutto il movimento del corpo con l’intenzione, da cui nasce conseguentemente la reazione, ossia la vita. La biomeccanica richiede un corpo disponibile e un cervello agile, senza questi due elementi – sostiene Mejerchol’d – abbiamo a che fare o con un mero esecutore di gesti o con un attore cerebrale senza corpo, carne e sangue. In entrambi i casi un attore senz’anima. La macchina è fredda, è la vita che riscalda i cuori.

“L’attore è un uccello che con un’ala sfiora la terra, con l’altra si protende verso il cielo” – V. Mejerchol’d.

 

 

Per approfondimenti:

Vsevolod Mejerchol’d – L’attore biomeccanico. A cura di Fausto Malcovati. Ed. Ubulibri.

 

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