Stamattina mi sono svegliato è ho letto della morte di Whitney Houston. Ok, era una tragedia annunciata, era un’artista triste, depressa, addicted to drugs. Per certi versi un grandissimo talento tanto cristallino quanto, negli ultimi tempi, sprecato. “Aveva perso entusiasmo”, hanno detto. Molto spesso camminando per strada vedo persone con gli occhi vuoti, o spesso parlo con amici che parlano della loro vita, del loro lavoro e alla domanda “come va?” dicono…”mah, ho perso l’entusiasmo nel lavoro…”.
Quanto è importante l’entusiasmo nella vita, nel lavoro e nell’ arte? E che cos’ è l’entusiasmo?
Dal dizionario etimologico:
Deriva dal greco en-thousiaz-ein (essere ispirato, acceso, agitato; essere pieno di un dio)
Dal Dizionario di filosofia di Nicola Abbagnano, Tea Edizioni:
Entusiasmo: “Propriamente l’inspirazione divina, quindi lo stato di esaltazione che essa produce, con la certezza di possedere il vero e il bene”.
Essere entusiasti quindi ti pone vicino al divino, vicino al mondo ultraterreno. Extra-quotidiano, quello che si cerca in teatro, per certi versi.
Nella cultura neoplatonica l’entusiasmo era considerata la via per raggiungere l’estasi.
L’entusiasmo, in quest’ottica, ha un tratto interessante: dà ai sensi, al corpo e al pensiero una potenza super-umana, extra-quotidiana e abolisce i limiti in cui l’uomo è “ordinariamente” rinchiuso. (Bhe, un po’ quello che si cerca di trovare quando si va a teatro, quando si va a vedere uno spettacolo profondo e universale)
[…]Nel 1708 Shaftesbury scrive una lettera, A letter concerning Enthusiasm, in cui scrive: “Io sono sicuro che esiste solo una strada per salvaguardare gli uomini e preservare il senno del mondo: la libertà spirituale. Ora lo spirito non sarà mai libero se non ci sarà una libera ironia, perché contro le gravi stravaganze e gli umori biliosi non c’è altro rimedio all’ infuori di questo”.
Anche Jaspers (Psychologie der Weltanschauungen) nella filosofia contemporanea dice: “Nell’ atteggiamento entusiastico l’uomo si sente toccato nella sua più intima sostanza, nella sua essenzialità o si senta commosso dalla totalità, dalla sostanzialità, dalla essenzialità del mondo”.
L’Entusiasmo (sfrenato) è diverso dal fanatismo perché l’entusiasta ha le sue idee, ma è vivo e vitale nel considerare tutto ciò che è nuovo, mentre il fanatico è chiuso in un’idea fissa, determinata e immutabile.
Avere entusiasmo ti avvicina a dio, al divino, ti avvicina a qualcosa di più grande di noi, che ci rende in qualche modo eterno. Basti pensare a persone entusiaste, appassionante di ciò che fanno. Penso a Mandela, a JFK, a Chaplin, al piccolo artigiano (conosco un restauratore di mobili che quando lavora è una persona unica, vedi il suo entusiasmo mentre lavora, ha un fascino incredibile!) che ama il suo lavoro, li guardi mentre parlano, mentre lavorano, mentre vivono e li vedi grandi, immortali, unici.
L’entusiasmo nella creatività è dunque fondamentale? Nello spettacolo cerchiamo il divino, cerchiamo un riso, un’ironia, un pensiero che ci rende migliori e per questo ci rende per un istante “eterni”. Basti pensare al grido di gioia mentre la tua squadra segna il gol della vittoria all’ultimo minuto. In quel momento di entusiasmo ed euforia, ti senti immortale, unico, migliore.
Buon entusiasmo a tutti!
1 commento su “L’entusiasmo e il senso del divino”
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