
Martedì scorso ho partecipato ad un funerale. Sono andato a rendere omaggio ad un mio professore del liceo, era il mio professore di storia e filosofia. Un grande uomo, una persona delicata, burbera a suo modo, un uomo che, nonostante fosse un insegnante rigoroso e preciso (non ammetteva che cadesse nemmeno una biro dai banchi, altrimenti ti beccavi una sorta di ammonizione) non potevi non volergli bene. Ho avuto una profonda stima di lui, soprattutto per la passione con cui cercava di trasmettere l’amore per ciò che insegnava. L’ho sempre ammirato. E sempre gli renderò grazie per ciò che mi ha donato. Mi ha segnato, mi ha in-segnato, mi ha lasciato un segno dentro di me, indelebile.
Ti guardava da dietro i suoi occhiali pesanti come i pensieri di Kant e ti diceva, tirando lievemente fuori la lingua: “Testa, ragiona!”. E sapete cos’è stato bello, inoltre, quel giorno? Avere accanto gli amici del liceo, quelli che non vedi mai, quelli che però ci sono sempre, quelli che ti porti dentro anche quando non li vedi per dieci anni. E’ il senso di appartenenza. Tutti noi ci sentivamo parte di questo piccolo grande mondo che è stato il nostro prof., nostro punto di riferimento negli anni del triennio. Non era un prof “figo”, non era alla moda, non aveva modi di fare da
“ggiòvane”, tutt’altro. Ma aveva negli occhi qualcosa di speciale. Aveva occhi da bambino, chiari e quando rideva era una risata piena, quasi infantile per il suo candore. Era un prete maturo. Un uomo di Chiesa, un salesiano che sapeva davvero parlare al cuore, amava la sintesi e ci ripeteva che è nel dono della sintesi la ricchezza del pensiero. Aveva ragione. Ha ragione, al presente, perché quello che ci ha insegnato rimarrà vivo come una fiammella finché i suoi allievi saranno vivi e così gli allievi dei suoi allievi.Domani è Natale. E nella mai vita ho ricevuto un sacco di doni belli, ho ricevuto due genitori fantastici, amici unici, insegnanti straordinari ed esperienze meravigliose. Il mio pensiero va a tutti coloro che mi hanno aiutato con i loro insegnamenti, che mi hanno segnato, che mi hanno seguito. Il mio invito è a tutti coloro che studiano teatro, cinema, arti visive e non, di sviluppare il loro senso di appartenenza, a cosa appartengono, a chi si sentono vicini? Sviluppate questo legame. Il secondo invito è sulla sintesi: il teatro è sintesi. La vita è sintesi. Io cerco ogni giorno di lavorare a togliere tante cose, tanti fronzoli, tanti orpelli inutili, sia nella recitazione, sia nella vita. Perché spesso perdiamo tempo ed energie in cose inutili, che davvero non servono. Ma siamo umani e spesso erriamo, molto spesso perché siamo giovani e non ci curiamo del domani, come dice Vachtangov.
Dunque, anche quest’anno è arrivato Natale. Il Santo Natale. Anche quest’anno ci sarà chi sarà contento e chi sarà nostalgico, chi ricorderà le persone che non ci sono più, chi festeggerà con un regalo grande come un figlio appena nato, chi ritroverà gli occhi di amici e parenti lontani. Ci sarà chi si abbufferà e chi risentirà della crisi economica. Ci sarà chi è in viaggio e chi sogna di viaggiare nel 2012. A tutti voi, amici, compagni di viaggio passati presenti e futuri, o anche solo semplici conoscenti, vi auguro un giorno sereno, vi auguro di trovare la vostra grotta in cui ripararvi e trovare calore.
Di cuore. A tutti voi.
E grazie a te, prof., nostro prof.
2 commenti su “Segnato e in-segnato. Grazie, prof.!”
Bellissimo ritratto. Mi ritrovo in molte delle parole che hai scritto, nella nostalgia per un tempo passato, nelle occasioni che ci riportano indietro e ci fanno reincontrare amicizie perdute o solo dormienti, ognuno a fare i conti con cosa siamo diventati a distanza di tanti anni… Anche il rispetto e la gratitudine per chi è stato in grado di insegnarci, che si tratti di materie scolastiche o di approccio alla vita.
Il tuo prof. sarebbe fiero, questo è il risultato più tangibile di un lavoro ben fatto.
Ciao Saverio, grazie per le tue parole!